LIBRI


Quella che segue è una selezione di libri utili 
per approfondire i temi della Geografia Sacra



La terra e il cielo degli Etruschi - G. Feo e L. Torlai, ed. Venexia, 2013

Le nuove scoperte nel campo dell’archeoastronomia hanno individuato una fitta rete di allineamenti stellari in territorio etrusco, a testimonianza di una ricchissima scienza sacra che celebrava le nozze tra terra e cielo, considerati una specchio dell’altro. I luoghi sacri di etruschi e pre-etruschi studiati dagli autori nel dettaglio rivelano una visione cosmologica incentrata sulla natura, ispiratrice di tradizioni magiche custodite da sibille, sacerdotesse e divinità connesse al culto della terra e degli astri. Dall’arte fulgurale all’agrimensura, la civiltà etrusca è stata la fondatrice di un sapere tramandatosi nella storia, di cui i siti archeologici raccontati per la prima volta in questo libro sono testimoni vivi.








Arte sacra e stregoneria, templari e altri "eretici" nella Toscana medievale 
G. Feo e M. Bisogni,  Edizioni Effigi, 2012

C’è un mondo a noi familiare, che si diluisce nel quotidiano.
Su questo piano la storia è quella nota e i fatti conosciuti si accavallano secondo una corrente governata da solidi e circoscritti argini.
Ogni deviazione appare scomoda e pericolosa.
C’è un mondo altro, meno apparente e decifrabile, che scorre accanto al primo e si rivela attraverso lingue antichissime; segni dispersi nel territorio come in un’immaginaria caccia al tesoro che insegue un concetto di conoscenza; come in un’opera grande scritta sulla terra e sulla pietra.
Questo libro è come una mappa da sfogliare, in cui a cifre manifeste accorre associarne altre celate ad occhi distratti, per ricostruire nella sua integrità un disegno profondo quanto evidente, che è nutrimento vitale del nostro sapere.



Geografia sacra - G. Feo, Stampa alternativa, 2006

Il territorio tosco-laziale – come testimoniano anche recenti scoperte archeologiche: circoli di pietre, megaliti orientati e allineati, templi rupestri e incisioni ampiamente descritti e fotografati nel libro – è stato frequentato con continuità dall'età preistorica fino agli Etruschi e oltre da popoli sensibili alle connessioni tra cielo, terra e altri elementi naturali. I segni che hanno lasciato nel tempo sono primitivi solo in senso cronologico, perché dietro alla loro semplicità si cela un complesso progetto di interventi su laghi, fiumi, monti e pietre, teso a costruire una vera e propria “geografia sacra”. Identiche tracce si riscontrano in Sardegna, a Malta, in Francia e in altri siti, non solo europei. Riemergono così i miti della Grande Dea della terra e dei giganti, le leggende dei primi “popoli del mare”. E si riscopre l'antica e universale concezione di un'energia primordiale creatrice e divina, il cui potere fu per millenni osservato e indagato, producendo pratiche magico-rituali e conoscenze di cui solo ora si intravvede la profondità.


Le Dee viventi - M. Gimbutas, Ed. Medusa, Milano, 2005

L'ultimo libro scritto da Marija Gimbutas, pubblicato postumo, riassume decenni di ricerca condotta nei più importanti siti del neolitico e del paleolitico superiore europei: il risultato è un'impressionante serie di ritrovamenti che conducono alla ricostruzione di un'ideologia coerente e complessa, incentrata sulla divinità femminile, la "grande dea" della morte e della rigenerazione. Nutrice e sterminatrice, la dea fa convergere su di sé i miti e i riti degli abitanti dell'Europa che precedettero le grandi invasioni indoeuropee (stimate in due ondate, tra il 4000 e il 3000 a.C.).






 Il linguaggio della Dea - M. Gimbutas, Ed Venexia, 2008

Il linguaggio della Dea, pietra miliare dell'archeomitologia, ha rivoluzionato le prospettive sulle origini della nostra cultura. L'autrice è riuscita a ricostruire la civiltà arcaica dell'Europa Antica e a riportare alla luce la presenza centrale del femminile nella storia. I suoi studi spaziano dal neolitico all'età del bronzo. A sostegno delle sue tesi, esamina i reperti, in parte già noti e in parte da lei stessa dissepolti durante i suoi scavi nel bacino del Danubio e nel nord della Grecia, che comprendono un vastissimo repertorio di oltre 2000 manufatti, tutti riprodotti nel volume, mostrando i nessi dimenticati tra il mondo materiale e quello dei miti di una cultura raffinata, la cui genesi è alle radici del patrimonio culturale dell'Occidente.




Iniziazione al labirinto 
R.M.L. Garutti, A. Pitt, A. Narducci, ed. Mediterranee, 2012


Il labirinto è un archetipo antichissimo, diffuso in ogni parte del mondo, che ha sempre avuto il significato di viaggio iniziatico, di prova. La prima parte di questo libro, scritto a sei mani e ricco di illustrazioni, ripercorre in modo sintetico la storia e il significato del labirinto attraverso i secoli. La seconda descrive poi come si disegna un labirinto (il primo passo per crearne uno proprio, da percorrere sia a mano che a piedi), come si utilizza – sia su pavimento che su parete o su qualsiasi supporto si ritenga opportuno – e infine come si può giocare al gioco dell’oca percorrendolo come se fosse un labirinto.
La terza parte approfondisce il suo uso come strumento di auto iniziazione e auto guarigione, mentre la quarta associa a ogni Arcano dei Tarocchi un diverso percorso labirintico. I Tarocchi del Labirinto venutisi in tal modo a creare offrono quindi ai lettori una doppia opportunità: da un lato conservano i significati legati al classico ruolo di Ars Divinandi e dall’altro diventano delle guide maestre durante il cammino, nel momento in cui ognuno di loro, preso nell’essenza dei significati che trasmette, ispirerà l’intero iter del percorso.






 Astroarcheologia, una scienza eretica
J. Michell, Ed. L'età dell'Acquario, Torino, 2008

In questo volume Michell schiude per noi la suggestiva prospettiva di coloro che seppero guardare al passato senza infondati pregiudizi (mentre l’archeologia cadeva sotto il dominio della tecnologia) e che per primi decifrarono il libro di pietra a cui i nostri progenitori avevano affidato la loro sublime sapienza. Stukeley, Lockyer, Atkinson, Watkins, Thom: questi nomi dicono forse poco o nulla, ma appartengono ad alcuni tra gli studiosi che più hanno contribuito, dal ’700 fino a oggi, a svelare il mistero di Stonehenge e degli altri siti megalitici delle isole britanniche. Scienziati romantici che hanno creduto alla possibilità di un’astronomia antica, rovesciando con prove difficoltosamente raccolte il facile paradigma della «splendida barbarie» in cui, secondo la scienza ortodossa, vivevano le antiche popolazioni del Nord Europa. Grazie a loro, i misteriosi cromlech si sono rivelati rispecchiamenti in terra del cielo, costruiti secondo precise corrispondenze astronomiche e calendariali che per precisione non hanno nulla da invidiare ai calcoli moderni. Non solo luoghi di culto, dunque, ma strumenti del sapere, sacri orologi delle comunità che vivevano attorno a essi e prodigiose testimonianze del genio umano. Gli stessi allineamenti ricorrono poi nei templi egizi, nelle piramidi e infine anche nella gigantesca rete di linee, centri e disegni che innervano le pianure del Sudamerica precolombiano.


The new view over Atlantis - J. Michell, Thames & Hudson, 2001 

In gran parte del pianeta esistono lavorazioni della terra e monumenti antichi in pietra costruiti per uno scopo sconosciuto. Le loro caratteristiche comuni suggeriscono che essi erano originariamente parte di un sistema diffuso in tutto il mondo, e John Michell sostiene che sono serviti allla scienza elementare della civiltà arcaica che Platone denominò Atlantide. A questo proposito la scoperta più significativa moderna è quella delle 'Leys,' la rete misteriosa di linee rette che collegano i luoghi antichi della Gran Bretagna e hanno le loro controparti in Cina, Australia, Sud America e altrove.


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